Il gioco e la scommessa sono contratti aleatori, contratti nei quali non è possibile dire, al momento della stipula, chi sarà avvantaggiato e se vi sia equilibrio tra quanto uno dà e quanto poi si riceverà. Il gioco e la scommessa sono anche contratti con la caratteristica di avere un evidente scopo di lucro per entrambe le parti. Se in un gioco la vincita e la perdita sono del tutto (o quasi) rimesse al caso e se c’è fine di lucro (cioè lo scopo di arricchirsi nella partecipazione ad esso), il gioco è vietato dalla legge perchè gioco d’azzardo, a meno che non vi sia un’esplicita autorizzazione da parte della legge stessa.
L’obbligazione derivante da un gioco o una scommessa è una obbligazione naturale. Anche nel caso di giochi leciti, il giocatore che ha vinto una somma di denaro partecipando ad un gioco o ad una scommessa non ha la possibilità di agire in giudizio per ottenere dal giudice la condanna del perdente al pagamento dell’importo. Il perdente al gioco, se ha spontaneamente pagato al vincitore, non può però pretendere la restituzione dell’importo se nel gioco non c’è stata frode. La restituzione dell’importo pagato è sempre ammessa (anche se nel gioco non c’è stata frode) se il perdente è un soggetto incapace (cioè un minorenne o un maggiorenne che sia stato interdetto con sentenza).